Catia Canciani

Una semplice raccolta di immagini, un’idea nata dall’unione di una mia grande passione coltivata negli anni e la scoperta di un territorio, il mio, la mia regione, dove sono nata, cresciuta e dove vivo.
Luoghi semplici, caratterizzati da scorci, panorami, cultura e storia; poco conosciuti, a volte poco valorizzati, ma di gran valore. Luoghi stupendi capaci di toccarmi le corde dell’anima e lasciarmi senza fiato. Terra di gente seria, lavoratrice, che non si è mai persa davanti alle difficoltà della vita.
Fiera di appartenervi

Udine

Una leggenda che si tramanda da secoli narra che quando Attila nel 452 saccheggio’ Aquileia, per godersi lo spettacolo da Udine, ordinò ai suoi soldati di costruirgli un’altra. Ciò fu fatto riempiendo gli elmi di ogni soldato di terra, che buttata in uno spiazzo al centro della cittadella diede origine al colle che oggi domina la città.

Salita al Castello…
La mia prima scultura

Terra di vigneti, passione e talento.

Quadro dipinto su ceramica e montato su una vecchia porticina a ribalta che permetteva di accedere al “laip dal purcit ” …la mangiatoia del maiale.

La mia terra: montagne, colline, mare.
Trieste, splendida città ai confini della nostra penisola, con il suo golfo e le splendide baie. Sferzata dalla bora, paradiso per le vele.

Abbinare la ceramica ai vecchi legni vissuti è una cosa che mi affascina. I vecchi legni rappresentano per me la vita vissuta con le sue traversie e i suoi drammi. Recuperarli equivale a dargli una nuova vita e quindi la speranza che mai tutto è finito.

Lo spettacolo della Laguna di Grado

Cividale del Friuli, Ponte del Diavolo.
Una perla preziosa incastonata in una terra che è già un gioiello. Una piccola cittadina dove perdersi tra i suoi vicoli intrisi di storia, cultura e tradizioni, attraversata dalle verdi acque del fiume Natisone.

Sentimento struggente, vaso abbinato a legno spiaggiato.

“Un gotut par bande, làgrimis e ligrie”, un sorso per parte, lacrime e allegria. Tradizione diffusa in Friuli: la suocera accoglieva la nuora presentandole su un vassoio due bicchieri, uno di vino nero e uno di vino bianco, rispettivamente simboli di gioia e dolore.
Così era la vita delle donne, un gotùt par bande, lagrimis e ligrie. Anche la scôve e la mèscule venivano offerte come simboli di padronanza e lavoro. La vita quotidiana forgiava la tempra delle donne friulane. L’emigrazione degli uomini in cerca di lavoro, fin dal 500, le lasciava sole nei momenti di maggiore lavoro agricolo a mandare avanti la casa, i campi e ad occuparsi dei figli.
Il bacio…scultura

Le rogge.

Il Torre, famoso fiume di Tarcento, immette le sue acque in due rogge: quella
cividina sulla riva sinistra e quella di Udine sulla destra.
Sulle rogge vi erano i lavatoi dove le donne, con ogni intemperie, l’avevano i panni.

Le incantevoli Valli del Natisone.

Grotta di San Giovanni d’Antro, ottantasei ripidi scalini per un viaggio nel tempo.
Fortezza inaccessibile durante la dominazione romana e simbolo di una leggenda che trova come protagonista una valorosa donna: lavregina Vida.

6 Maggio 1976

L’Orcolat si risveglia

Questo mostruoso essere che la tradizione indica come causa dei terremoti in Friuli. Questa figura ricorrente nei racconti della tradizione popolare, che vivrebbe rinchiuso nelle montagne della Carnia si sveglia iln6 Maggio 1976.
La forza, l’orgoglio, l’amore per la terra la fierezza, il desiderio di andare sempre a testa alta anche se curvi per il peso della vita non lasciano il posto alla disperazione.
Fiera di appartenervi

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